Mentre la casa è ancora avvolta nel silenzio, cullo Maddalena e lascio che l’acqua nella tazza si raffreddi un po’. Lo faccio, di quando in quando, di prepararmi acqua e limone appena sveglia: è un modo per ripulire il corpo ed avviare la giornata con lentezza, compiendo tutti i primi gesti del giorno con la calma di chi ha una tazza bollente in mano, temporeggiando, senza fare colazione subito.
I nostri due mesi di vacanza per la nascita della piccola stanno finendo. Dopo le vacanze di Natale riprenderemo i nostri strambi ritmi tra campagna e città, i nostri viaggi interregionali per portare il mio yoga a Roma e i progetti di lavoro sulla terra, in vista del bel tempo che verrà. Faccio fatica a vivere il presente: penso a gennaio e non posso fare a meno di guardarmi indietro e chiedermi come sono stati questi due mesi per noi, per i miei ometti, per Maddalena. Avrei potuto fare di più? Avrei potuto giocare, leggere storie, guardare le nuvole qualche minuto in più? So che poi, quando riprenderò a lavorare, avrò meno energie, meno tempo, meno spazio nel cuore e nella testa, perché non sarò più tutta per loro. Sarà un altro inizio, anche quello, un altro provar equilibri con Maddalena e gli incastri del quotidiano.
E mentre mi faccio domande e provo ad immaginare: “Mamma, scatta una foto. QUI, COSì, ADESSO.” Sorrido, scatto, penso che ha proprio capito qual è lo spirito dietro al mio fare foto dei nostri momenti più semplici.
Qui, così, adesso.
Mi ricordo che è con lentezza, qui e adesso che voglio passare queste feste. Voglio pensare piano piano, fare piano piano, amare il mio presente, i giorni passati e tutte le belle cose che mi aspettano a Roma, al lavoro, piano piano. Voglio veder crescere “A passi leggeri,” piano piano, insieme a voi.
Piano piano, come mi ha insegnato quel dono inaspettato e dolcissimo arrivato da lei. Piano piano, come il sole che si alza e scalza la nebbia che c’è fuori.
DIC